UN,  DUE, TRE...STELLA

Erano bellissimi i giochi di un tempo. Si svolgevano tutti all'aria aperta. Si correva nei prati, alla ricerca delle margherite che illuminavano la campagna del colore del sole. Noi bambini, tutti insieme a giocare e a divertirci, imparando a saltare, a correre, a cadere e a rialzarci. Imparavamo a crescere.

Tornavamo a casa pieni di polvere e  sbucciature, ma sapevamo cavarcela e, una volta a casa, cercavamo di nascondere i graffi e i vestiti strappati, altrimenti ci beccavamo anche le sgridate di mamma.

Oggi non è più così. La strada è vuota, silenziosa e triste. Non si odono le urla e le voci gioiose dei bambini che giocano a nascondino. Le grida festose delle ragazzine che corrono e si fermano al suono di una cantilena che andava sotto il nome di “Un, due, tre....stella!” oppure dell’allegra  canzoncina “O quante belle figlie  madama  Dorè”.

I ragazzini di oggi sono stati rapiti dal computer, dalla tecnologia.

Non giocano in cortile col ragazzino vicino di casa, ma on-line, con uno sconosciuto che si trova anche a migliaia di chilometri di distanza. Sono più soli, però.

Eppure il sole bussa alla porta e ti chiama ad uscire, a giocare all’aperto e, talvolta, i ragazzini di oggi ci vanno, ma portano anche il tablet e il cellulare perché a farne a meno, proprio non ci riescono.

Peccato, però, questi giochi solitari, questo potere del PC, hanno messo il guinzaglio, hanno chiuso la porta alla libertà di essere bambini, di giocare insieme guardandosi negli occhi perchè attraverso un monitor non è la stessa cosa...

 (© Alessia S. Lorenzi da “Come il Canto del Mare” ed. Phasar 2014)

 

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